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Alcuni enti pubblici, tra i quali anche il Comune di Frassinoro in larga parte, stanno partecipando alla realizzazione di un progetto di rilancio turistico-ambientale dell'area circostante i torrenti Dolo e Dragone, quindi le relative valli.

L’area ha molte potenzialità inespresse o inesplorate sul versante del turismo ambientale e turismo culturale, tra queste vi è la realizzazione e la gestione degli impianti idro-elettrici di inizio secolo, portatori di una visione moderna e futurista dell’Appennino, sino ad allora sconosciuta alle genti del luogo e connessa ad un’altra grande sfida dell’Italia ripresa in quel periodo: quella della bonifica delle pianure.

La prima elettrificazione in Italia era tutta da idroelettrico, probabilmente sfruttando la capacità di utilizzare la forza motrice dell’acqua, prima attraverso i mulini e le segherie, poi nei vari filatoi, filande e vari opifici della zone pedemontane alpine. Solo successivamente venne integrata da impianti termoelettrici che utilizzavano l’energia proveniente dal carbone e da olio pesante.

Si tratta di un progetto di turismo sostenibile e consapevole nella valle del Dolo, attraverso i luoghi, la storia e le strutture connesse agli impianti idroelettrici sul Dolo Dragone, tra i primi impianti idroelettrici della Regione Emilia Romagna. Un percorso in cui ogni singolo tassello, dalla grande monumentale diga al piccolo edificio contadino, dall'importante emergenza naturalistica al piccolo albero che produce frutti antichi, dalla produzione agricola DOP del Parmigiano Reggiano alla piccola produzione di nicchia, permette di arrivare a comprenderlo in profondità. A chi decide di “vivere” questi luoghi, verranno offerte itinerari e proposte, che favoriscano un approccio lento e consapevole, un fluire di esperienze.

Il torrente Dolo: ambiente, geologia, acque, paesaggio

Il torrente Dolo è un affluente di destra del fiume Secchia. Nasce alle pendici del Monte Prado, a sud-est del Monte Cusna, e fa da confine tra le province di Reggio Emilia e Modena. La lunghezza del suo corso è di circa 25 km, confluendo nel Secchia poco a valle di Cerredolo. All'altezza di Gazzano una diga devia parte delle acque a una centrale idroelettrica situata a circa a 10 km di distanza, a Farneta nel modenese.

L'impianto idroelettrico di Farneta

Diga di Fontanaluccia - Gazzano

La diga fu costruita negli anni 20 (dal 1923 al ‘28), commissionata dalle società di Bonifica per la necessità prevalente di sollevamento delle acque nelle zone prospicienti il Po nelle provincie di Modena, Reggio E. e Parma. Furono impiegati nell'opera quasi 2000 operai disposti sui vari cantieri di costruzione (diga, opere idrauliche, centrale) che venivano da tutta la pianura padana e dall’appennino, molta manodopera era locale dai comuni limitrofi arrivavano sui cantieri al lunedì dopo camminate anche di 8 ore con in spalla spesso solo uno zaino con farina di castagna.

Interamente in pietra e calcestruzzo sbarra il Dolo raccogliendo nel bacino anche acque convogliate dal torrente Cervarolo e dal Dragone. Una lunga canalizzazione sotterranea convoglia le acque al bacino di carico della centrale di Farneta 10 km a valle lungo il Dolo. Visibili ancora la strada per la sua costruzione che era dotata di ferrovia a scartamento ridotto, i depositi per gli esplosivi. Vicino alla diga c'è la centrale di Muschioso (Frassinoro) che riceve acqua dal Dragone. La diga è del tipo ad archi multipli con le spalle a gravità massiccia a gravità è alta oltre 30 metri45 metri ed ha un camminamento sulla sommità pedonale largo quasi 4 metri. Per la costruzione furono utilizzati vari materiali locali come pietrame e inerti , sia per la struttura che per la
produzione della calce. Per il trasporto veniva utilizzata anche una linea ferroviaria a scartamento ridotto, con due locomotive che trasportavano il materiale lungo, risalendo il corso del torrente. Il bacino creato dalla diga ha un volume di 2.700.000 mc di acqua per una superficie di 0,23 kmq.

(testo tratto dal progetto originale)

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Ultimo aggiornamento: 18-01-2024, 14:33